19 Aprile 2025
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Presenti ma poco visibili. La comunità Ace nel Regno Unito

Il rapporto “Asexuality in UK” mostra una realtà di luci e ombre.

E’ stato pubblicato a Febbraio il rapporto “Asexuality in the UK”, realizzato dall’attivista  e ricercatrice aroace Yasmin Benoit insieme a Michael Sanders e Vanessa Hirneis, del Policy Institute del King’s College di Londra.

E’ uno studio molto importante per la nostra comunità perché utilizza metodi quantitativi, laddove la ricerca sull’asessualità ha finora utilizzato metodi qualitativi, concentrandosi sulle singole storie di vita e le esperienze personali. I dati statistici sul nostro orientamento rimangono fino a oggi limitati. Questa ricerca ha lo scopo di colmare anche in parte tale lacuna fornendo un quadro di insieme, seppure relativo a un campione non vastissimo, sulla percezione che ha la popolazione britannica riguardo all’orientamento asessuale.

L’asessualità, si legge nel rapporto,  “è un orientamento sessuale che rientra nello spettro LGBTQIA+ ma che riceve poca attenzione nella ricerca, nella legislazione e nella società. Solo recentemente ha iniziato a ottenere una maggiore visibilità, ma le rappresentazioni nei media restano rare e spesso imprecise”.

In più, a differenza di altri orientamenti queer, quello asessuale è ancora privo, nel Regno Unito, di tutela legale e di esplicito riconoscimento normativo. L’Equality Act 2010, pietra miliare della legislazione a difesa della comunità queer in UK, già nella definizione di orientamento sessuale lascia fuori le persone Ace, prendendo in considerazione solo le persone “attratte da uomini, donne o entrambi”. Di conseguenza, le persone asessuali non sono tutelate dalle leggi sui crimini d’odio e rimangono esposte alla medicalizzazione e alle “terapie di conversione”.

400 partecipanti

Lo studio, si legge nella nota introduttiva,  ha coinvolto 400 partecipanti per analizzare le percezioni dell’asessualità nel Regno Unito. Il sondaggio è stato condotto tramite la piattaforma Prolific e, sebbene non rappresentativo dell’intera popolazione, ha coinvolto un pubblico tendenzialmente più progressista. L’équipe di ricerca ha utilizzato una tecnica chiamata double-list experiment, che permette di misurare le reali opinioni delle persone, comprese quelle che potrebbero non esprimere apertamente per paura di giudizi sociali. Ne viene fuori un quadro controverso. Se è vero che i risultati mostrano che la maggioranza delle persone sostiene i diritti delle persone asessuali, con 7 su 10 favorevoli al loro riconoscimento legale, persistono tuttavia pregiudizi e disinformazione, anche a livelli abbastanza preoccupanti.

  • Il 25%del campione intervistato ritiene che l’asessualità sia un problema di salute mentale.
  • Il 33% crede che possa essere “curata” con la terapia.
  • Il 10% non crede nell’esistenza delle persone asessuali.

Un dato preoccupante che emerge dall’analisi dei dati,  è che non vi è differenza tra le risposte dirette e quelle anonime. Ciò suggerisce che l’afobia, a differenza per esempio dell’omofobia o del razzismo, non è percepita come un tabù sociale nemmeno in ambienti progressisti e che le persone si sentono libere di esprimere opinioni discriminatorie.

Scarsa visibilità

Secondo un’indagine governativa del 2018, le persone asessuali riportano i livelli più bassi di soddisfazione della vita tra tutti i gruppi LGBTQIA+ e sono particolarmente esposte a discriminazione e conversion therapy.

Uno dei motivi di questa invisibilità, sembra suggerire lo studio del King’s College, è che larga parte dell’opinione pubblica confonde l’asessualità con il celibato o con problemi medici, portando a fraintendimenti. Inoltre, la mancanza di rappresentazione nei media e nelle discussioni pubbliche contribuisce a mantenere l’asessualità ai margini del dibattito sociale.

Benoit, Sanders e Hirneis concludono sostenendo che sono necessarie sia maggiori campagne educative che una protezione legale specifica per le persone asessuali, al fine di contrastare la disinformazione e garantire loro pari diritti nella società britannica.

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